Associazione Istruzione Unita Scuola





lunedì 13 luglio 2020

Il dubbio amletico su come affrontare la crisi


Sono passati esattamente 80 anni dal famoso discorso di Churchill ai Comuni con il quale confermava che il Regno Unito avrebbe continuato la guerra da sola anche dopo la resa della Francia. Cinque anni dopo nel giugno ’45, Churchill celebrava da trionfatore la fine della guerra. Un mese dopo fu sonoramente sconfitto alle elezioni dai laboristi.
Oggi fortunatamente non siamo in guerra ma l’economia e’ in una situazione post-bellica con il debito nazionale, il deficit e la disoccupazione schizzati alle stelle. A fronte di questa emergenza sanitaria ed economica, il nostro governo ha reagito con provvedimenti piu’ o meno simili a quelli di altri Paesi europei. Siamo ancora in mezzo alla pandemia ed all’inizio della piu’ grave crisi economica della storia, nessuno puo’ prevedere il futuro, ma una cosa e’ certa: come un corpo sano aiuta a battere un virus, cosi’ un Paese forte supera meglio una crisi economica.

Il governo Conte ha ignorato le debolezze strutturali dell’Italia e dopo avere fatto riferimento ai soliti luoghi comuni su green economy, istruzione e ricerca, ecosostenibilita’ ecc. ha presentato il piatto forte: il piano di investimenti per opere pubbliche. Questo programma si ispira al New Deal di Roosvelt per far ripartire l’economia americana negli anni ’30. Il problema e’ che Roosvelt investi’ l’equivalente del 40% del PIL nazionale, mentre nel nostro caso si tratta di opere gia’ programmate e parzialmente finanziate con la differenza a carico dell’Europa. L’altro intervento su cui punta il governo e’ quello di semplificare (eliminare), vista l’incorruttibilita’ ed efficienza dei nostri dirigenti pubblici, norme e regolamenti a tutela dell’interesse generale per velocizzare il rilascio di autorizzazioni e permessi da parte della PA. Con questa logica, per velocizzare i tempi della Giustizia, si potrebbero eliminare degli articoli del Codice Penale.

In un senso perverso la combinazione della pandemia e crisi economica costituisce un’occasione, window of opportunity, per cambiare in meglio il Paese, perche’ gli sconvolgimenti immediati sarebbero mimetizzati dalla crisi ed i costi sarebbero finanziati in gran parte dall’Europa.

Ma per attuare questo programma di rinnovamento ci vorrebbe un governo all’altezza della situazione, determinato ed incurante della impopolarita’. L’attuale governo e tutta la classe politica non sembra percepire la gravita’ del momento, il dibattito politico e’ incentrato su elezioni regionali a settembre o su quelle del nuovo Presidente della Repubblica. Tutte cose che non fanno alcuna differenza ad una persona.


Si puo’ avere un opinione negativa dei mercati finanziari, ma bisogna riconoscere loro una dote: sanno valutare la credibilita’ e l’affidabilita’ economica di un Paese. Gli interessi sui nostri titoli di stato sono 4 volte superiori a quelli di Spagna e Portogallo ed il 20% in piu’ rispetto alla Grecia. Ai tempi della crisi finanziaria del 2010, i titoli dei nostri vicini mediterranei erano valutati come i nostri, ma poi loro hanno avuto la troika che ha imposto una serie di riforme che adesso fanno la differenza. Siccome l’arrivo della troika (UE,BCE,FMI) in Italia sarebbe considerato un disonore, un’umiliazione, si potrebbe avere una troika casereccia, cioe’ un governo Draghi di tecnici a termine. Tutti i partiti, nell’interesse nazionale dovrebbero impegnarsi a sostenere il goveno, dandogli piena autonomia fissando dei paletti tipo una rete di sicurezza per disoccupati e famiglie indigenti e non toccare le tasse da lavoro. Potrebbe essere una situazione di win win per tutti: gli italiani avrebbero per una volta un governo competente, i partiti potrebbero presentarsi alle prossime elezioni vergini di colpe, l’economia avrebbe basi piu’ solide



domenica 26 aprile 2020

Coronavirus, anticipazioni sul nuovo decreto: stasera Conte in tv



Il governo accelera, possibile discorso del premier sulle modalità della fase 2
Il governo accelera, a quanto si apprende, sul Dpcm che prevede le riaperture per la fase 2 il 4 maggio. Il provvedimento, secondo quanto emerge nel corso della cabina di regia tra governo e enti locali, potrebbe essere pronto entro questa sera. Palazzo Chigi, riporta Ansa, rendeo noto che il premier Giuseppe Conte terrà una conferenza stampa alle 20:20 di domenica 26 aprile.
Coronavirus, le anticipazioni del nuovo decreto su cibo da asporto e jogging
Il governo va verso la riapertura del cibo da asporto dal 4 maggio. È quanto si apprende da fonti partecipanti alla cabina di regia tra esecutivo e enti locali che confermano, così, l’ipotesi emersa nelle ultime ore.
Dal 4 maggio, inoltre, dovrebbe essere permessa l’attività motoria ma solo individuale (a meno che non si tratti di minori o di persone diversamente abili) e la ripresa degli allenamenti per gli sport professionistici.
Nuovo Dpcm, le anticipazioni sul manifatturiero e sull’edilizia
Il governo va verso la riapertura del comparto manifatturiero di quello edile (pubblico e privato) e del commercio all’ingrosso funzionale al settore manifatturiero e all’edilizia.
È quanto sarebbe stato comunicato, riporta l’Ansa, nel corso della cabina di regia tra governo e enti locali in corso nel pomeriggio di domenica.
Nuovo Dpcm, mascherine obbligatorie sui mezzi pubblici
Mascherine obbligatorie su tutti i mezzi pubblici. È quanto previsto, secondo quanto apprende l’Ansa, nelle linee guida messe a punto dalla ministra dei trasporti Paola De Micheli e che verranno allegate al Dpcm sulle riaperture.
Le mascherine andranno indossate in modo da coprire naso e bocca e potranno essere anche di stoffa.
Inoltre sarebbe prevista anche una maggior frequenza dei mezzi pubblici nelle ore di punta.
Dai bus alle metropolitane, inoltre, è previsto un numero massimo di passeggeri, in modo da rispettare la distanza di un metro, e la presenza di marker sui posti a sedere per segnalare quelli che non possono essere usati.
Nuovo Dpcm, anticipazioni sulle visite ai parenti
Sì alla possibilità di visitare i parenti, ma no alle riunioni di famiglia, conferma del divieto di spostamento tra le Regioni, se non per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute.
Sarebbero due delle novità che verranno introdotte con il nuovo Dpcm a partire dal 4 maggio, secondo quando si apprende da fonti che partecipano alla cabina di regia tra governo ed enti locali.
Al momento, sottolineano inoltre le fonti, è invece ancora aperta la discussione sulla possibilità di consentire o meno di raggiungere le seconde case.
Nuovo Dpcm, permangono restrizioni su messe e funerali
Il governo va verso il prolungamento delle misure di restrizioni per le messe anche dopo il 4 maggio. Secondo fonti di maggioranza, citate dall’Ansa, ci sarebbe una deroga per i funerali ai quali, tuttavia, dal 4 maggio potrebbero essere ammessi solo un numero ridotto di persone.
Verso nessuna deroga per negozi al dettaglio
Nessuna riapertura per i negozi – che rientrano nelle categorie già stoppate nella fase 1 – a partire dal 4 maggio. Sul commercio a dettaglio, continuano le fonti di maggioranza, il governo ragionerà nei prossimi giorni.
Una possibile data di riapertura per il commercio al dettaglio, che tuttavia resta un’ipotesi priva di alcuna conferma ufficiale, è quella del 18 maggio. Prorogato, anche, il lockdwon per parrucchieri e centri estetici.
VIRGILIO NOTIZIE | 26-04-2020 17:25



Leggi anche

martedì 21 aprile 2020

Coronavirus, "mascherine e distanze fino al vaccino": parla Conte




Il premier ha annunciato che la Fase 2 sarà uguale per tutti e non su base regionale
“Le mascherine e il distanziamento sociale contro l’infezione da coronavirus sono due misure che dovremo mantenere fino a quando non ci sarà il vaccino da coronavirus”. A dirlo è il premier Giuseppe Conte durante la sua informativa al Senato. Sulle riaperture, come riporta Ansa, il presidente del Consiglio ha parlato di un programma omogeneo su base nazionale e non su base regionale.
“Sulla risposta sanitaria il governo ha elaborato una strategia in cinque punti – ha annunciato Conte -. Il primo è mantenere e far rispettare distanziamento sociale, promuovere utilizzo diffuso di dispositivi di protezione individuale fino a quando non disponibili terapia e vaccino“.
Serve “una revisione del modello organizzativo del lavoro – ha spiegato il premier -, delle modalità del trasporto pubblico e privato e di tutte le attività connesse”.
“Anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche, non ci sfugge la difficoltà di osservare regole limitative della libertà di movimento. Il ritorno alla normalità, con la gradualità necessaria, è una aspirazione comprensibile di tutti. Queste esigenze mi vengono sollecitate anche da molti di voi parlamentari, che sollecitano soluzioni rapide e sostenibili”.
Coronavirus, app Immuni su base volontaria: l’annuncio di Conte
Sulla app Immuni “i capigruppo di maggioranza e minoranza saranno costantemente informati e io stesso mi riservo di riferire alle Camere”, ha assicurato Conte prima di spiegare che il governo governo punta al “rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti esistenti e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie”.
“L’applicazione sarà offerta su base volontaria, non obbligatoria, faremo in modo che chi non vorrà scaricarla non subirà limitazioni o pregiudizi”, ha aggiunto.
“Si prospetta una fase molto complessa” secondo il premier: “Dobbiamo procedere a un allentamento del regime attuale delle restrizioni e fare il possibile per preservare l’integrità del nostro tessuto produttivo. Il motore del Paese deve avviarsi ma sulla base di un programma ben strutturato”.



Coronavirus, Conte e il programma delle riaperture
“Stiamo elaborando un programma di progressive riaperture che sia omogeneo su base nazionale e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali tenendo sotto controllo la curva del contagio”. Lo ha dichiarato il premier Giuseppe Conte nell’informativa al Senato.
La soglia del contagio di riferimento, ha spiegato, “vogliamo che sia commisurata alla recettività delle strutture ospedaliere delle aeree di riferimento”.
Il passaggio alla fase 2 è “uno dei più sensibili e complessi”, ha spiegato il premier in Senato. “Lo ripeto, un’avventatezza in questa fase può compromettere tutti i sacrifici che i cittadini con responsabilità e disciplina hanno affrontato fin qui
Coronavirus, Conte e la cautela sul Mes
“Sull’ormai strafamoso Mes si è alimentato nelle ultime settimane un dibattito che rischia di dividere l’Italia in opposte tifoserie” ma l’intento è procedere con la “massima cautela”, ha fatto sapere il premier Giuseppe Conte.
“Chi esprime dubbi su questa linea di credito contribuisce a un dibattito democratico e costruttivo – ha aggiunto -. Ritengo che questa discussione debba avvenire in modo pubblico, trasparente, in Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola”.
“Ci sono Paesi in Ue che hanno dimostrato interesse” al Mes senza condizioni, ha spiegato Conte. “La Spagna ha dimostrato di essere interessata purché non abbia le condizionalità” previste prima dell’emergenza. “Rifiutare questa nuova linea di credito significherebbe fare un torto a questi Paesi che ci affiancano nella battaglia” in Ue.
“Per capire se il Pandemic Crisis Support“, ovvero la nuova linea di credito che fa riferimento al Mes, “sarà effettivamente” senza condizionalità “bisogna attendere l’elaborazione dei documenti predisposti per erogare questa linea di credito”, ha messo in chiaro il premier.
“Solo allora potremo discutere se il relativo regolamento può essere o meno opportuno agli interessi nazionali”.
Coronavirus, la proposta di Conte per il consiglio europeo
“Il prossimo consiglio europeo – ha annunciato Come – non sarà risolutivo ma dovrà dare un indirizzo chiaro” sugli strumenti per combattere “lo shock” generato dal coronavirus.
Infine il premier ha chiarito che nella trattativa con l’Ue “non accetterò un compromesso al ribasso. Non siamo di fronte a un negoziato a somma zero. Qui o vinceremo tutti o perderemo tutti”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nell’informativa al Senato.
Coronavirus, Conte: “Nuovo dl da 50 miliardi”
“Le recenti previsioni del Fmi stimano una caduta del 9,1% del Pil. Di fronte a questo quadro dobbiamo potenziare ulteriormente la risposta di politica economica, perciò il governo invierà brevissimo al Parlamento un’ulteriore relazione con una richiesta di scostamento pari a una cifra ben superiore a quella stanziata a marzo”, ha dichiarato Conte.
“Sarà una cifra non inferiore a 50 miliardi di euro – ha aggiunto -, con intervento complessivo che, sommando i precedenti 25 miliardi, sarà non inferiore a 75 miliardi”.

Leggi anche

domenica 19 aprile 2020

Stress da "post quarantena"


La quarantena ci ha messi tutti in condizione di immobilità assoluta limitando e impedendo da un giorno all'altro tutte le nostre normali e quotidiane abitudini nonché impegni di lavoro e faccende varie.
Eravamo comunque "allenati" alla mobilità, alla deambulazione e a gestire molteplici sfaccettature della nostra vita, seppur con grande sforzo e impegno.
Tutto ciò faceva parte di un "ritmo", anche forzoso ma era comunque un ritmo .
Si sa che in genere, dopo le vacanze estive che sono le più lunghe dell'anno, la ripresa alla vita quotidiana possa procurare "stress da ripresa" perché si é inevitabilmente più rilassati e si é appunto perduto il ritmo per gestire i tanti stimoli .
La ripresa della scuola, i buoni propositi, gli obiettivi, le incombenze finanziarie e tanto altro portano immediatamente la persona sotto una PRESSA che genera ansia e depressione innescando un' "emorragia vitale di energia" tale da far vivere male la tanto  temuta ripresa.
Nel caso dell'atteso post COVID-19 l'aspetto più incisivo può essere che si é più disabituati ai soliti ritmi perché la quarantena si é protratta per molto tempo e non é da escludere che si é potuto mettere qualche chilo di troppo e perduto mobilità, flessibilità e massa muscolare.
Immaginare di riprendere da un giorno all'altro con lo stesso stress dei giorni di marzo potrebbe risultare deleterio per tutti.
Si rischia di poter fare una falsa partenza e di non essere più produttivi ed operativi come prima.
Al solo immaginare di poter fare le stesse cose del pre COVID-19 può essere sconfortante.
Il mio consiglio é quello di poter iniziare ad avere un' organizzazione della giornata con precisi impegni ed obiettivi quotidiani tali da farci essere attivi fisicamente e mentalmente. Consiglio di reagire.
Potrebbe essere occasione per poter fare dei lavoretti in casa, tinteggiare le pareti, riparare qualche elettrodomestico, fare il cambio di stagione, fare ginnastica, pianificare il futuro lavorativo, leggere, studiare .
La cosa da evitare assolutamente é quella di trascurarsi fisicamente, di passare troppo tempo sul divano o a dormire; si rischia di cadere in una spirale di depressione e di inattività che sará poi difficile da debellare.
Per facilitare tutto ciò si può scrivere un vero e proprio planning giornaliero e settimanale e spuntate ogni volta che si é portato a termine un obiettivo.
Questa nuova modalità darà un "valore" al tuo tempo e ti farà vivere con meno frustrazione che é un sentimento che "risucchia" molte energie.
Il mio ultimo consiglio é anche quello di chiedere supporto a professionisti personal trainer e nutrizionisti su come affrontare questo periodo di quarantena per poi affrontare la ripresa che molto probabilmente non sarà tutta rose e fiori.
Ricordiamoci che l'essere umano é nato per muoversi e per muoversi deve nutrirsi bene !
Buona quarantena a tutti, con l'augurio che tutto possa andar bene e sopratturto speriamo di riprenderci la nostra vita.



martedì 14 aprile 2020

Lockdown: come arrivare alla fase 2 da maggio



Emergenza Covid-19 fase 2: il Governo affida ad una task force tecnica, guidata da Vittorio Colao, il compito di elaborare strategie per una ripresa graduale delle attività sociali, economiche e produttive.
Come previsto, il lockdown è stato prorogato fino al prossimo 3 maggio, restano tutte le misure restrittive sia per gli spostamenti delle persone sia per le attività produttive, pur con qualche lieve modifica su quest’ultimo fronte. Da martedì 14 aprile possono infatti riaprire alcune attività commerciali e produttive: cartolerie, librerie e negozi di vestiti per bambini e neonati, così come le varie attività nei settori silvicoltura e industria del legno (esclusi i moduli).
Le nuove disposizioni sono contenute nel DPCM 10 Aprile, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 aprile. Nel frattempo il Governo prepara la fase 2 dell’emergenza Coronavirus, istituendo un apposito comitato di esperti, presieduto da Vittorio Colao.
11 Aprile 2020
«I segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti», ha dichiarato il premier, Giuseppe Conte, che però chiede il massimo rispetto delle misure restrittive che continuano a essere in vigore:
non possiamo vanificare gli sforzi fin qui compiuti, dobbiamo rispettare le regole anche in questi giorni di festa e mantenere le distanze sociali.
Dal 14 aprile
Molto in sintesi, gli spostamenti continuano a essere consentiti solo per «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute», sono vietati fra comuni diversi, sempre con l’eccezione di quelli motivati da esigenze di lavoro urgenti o motivi di salute, e «resta vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case usate per vacanza».
Il DPCM approvato elenca con precisione tutte le misure restrittive, le stesse applicate nelle ultime settimane. Resta quindi l’esigenza di comprovare gli spostamenti attraverso i moduli messi a disposizione dal ministero degli Interni, che comunque vengono forniti dagli agenti delle forze dell’ordine nel caso in cui vengano fermate le persone.
Il Viminale sottolinea di aver intensificato i controlli sul territorio, «sono sempre più stringenti». Luciana Lamorgese, ministra del’Interno, rivolge personalmente un appello ai cittadini perchè siano «attenti, responsabili, consapevoli» rispettando il lockdown per non vanificare gli sforzi e i risultati raggiunti fino ad ora.
Il punto è sempre lo stesso: il miglioramento della curva dei contagi è dovuto fondamentalmente alle misure di contenimento, che quindi vanno portate avanti per arginare definitivamente il Coronavirus. Contro il quale continuano a non esserci cure né vaccini, di conseguenza l’unica strategia efficace è il contenimento.
Negli allegati al decreto sono elencati i codici ATECO e le indicazioni precise su attività commerciali e produttive che possono operare dal 14 al 3 maggio.
Dal 4 maggio
30 Marzo 2020Dal 4 maggio, sempre che la curva epidemiologica lo consenta, potrebbe iniziare la fase 2, ovvero quello della riapertura. Che, ha spiegato il Premier, sarà graduale e si baserà su «nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza».
L’Esecutivo, anche per mettere a punto il decreto sul prolungamento del lockdown fino al 3 maggio, ha continuato a consultare, oltre che il comitato tecnico-scientifico e le istituzioni locali, anche i rappresentanti delle parti sociali, quindi imprese e sindacati. E ora, per preparare adeguatamente la Fase 2, ha istituito una task force di esperti, guidata da Vittorio Colao (manager che non ha bisogno di presentazioni, fra le altre cose ex amministratore delegato di Vodafone).
Il Comitato di esperti dovrà «elaborare le misure necessarie per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza».
Ne fanno parte anche il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, e il commissario straordinario per le misure anti Coronavirus, Domenico Arcuri, oltre a un gruppo di esperti in materia economica e sociale. Fra gli altri, l’ex ministro del Lavoro ed ex presidente ISTAT Enrico Giovannini, i consiglieri economici della presidenza del Consiglio Riccardo CristadoroFilomena Maggino e Mariana Mazzuccato, gli economisti Enrico Moretti (università di Berkeley) e Raffaella Sadun (Harvard Business School), il fisico Roberto Cingolani (responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo, ex direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

lunedì 13 aprile 2020

Didattica a distanza, alunni ospedalizzati e istruzione famigliare di Antonio Fundaro





La “Scuola in Ospedale” assicura, alle alunne e agli alunni, di qualsiasi età, ricoverati in strutture ospedaliere, il diritto a conoscere e ad apprendere in ospedale, nonostante la malattia. 
Consente la continuità degli studi e permette agli alunni e alle famiglie di seguitare a sognare, a essere certi e a investire sul proprio futuro con consapevolezza e con grande sicurezza giuridica, stante l’impegno del ministero, anche in questo momento di didattica a distanza, finalizzato a adattare l’istruzione ai bisogni di ciascuno. Chiaramente, oggi, al tempo del COVID-19, con una certa naturale difficoltà organizzativa.
Fine delle attività svolte con i degenti in età scolare, che si trovano ricoverati in ospedale, è aiutarli a avviare un percorso conoscitivo, emozionale-relazionale e didattico che consenta di conservare le relazioni con la propria classe e, più in generale, con quel sistema formativo che assicura la scuola.
La “Scuola in Ospedale”, forma di intervento previsto dal ministero dell’istruzione, è identificata e valutata nell’ambito della sanità (non solo pubblica) come parte fondamentale del programma terapeutico. Sono presenti, ad oggi, sul territorio italiano circa 170 sezioni ospedaliere che coinvolgono quasi 770 docenti di più ordini e di più gradi dell’istruzione.
Inquadramento storico e normativo
La “scuola in ospedale” in Italia si afferma negli anni ’50, allorché in certuni reparti pediatrici – grazie ad alcuni docenti di scuola elementare – furono inaugurate delle sezioni di scuole speciali per dare un appoggio didattico ai piccoli pazienti e sottrarsi, così, alle problematicità proprie del ritorno nella classe di provenienza. In quel tempo i ricoveri ospedalieri erano, talvolta, interminabili, e rilevanti le difficoltà che il minore incontrava nel riprendere quello che allora si chiamava “programma” e ritrovare forme di parità con gli altri compagni della stessa classe. Da quel momento iniziarono ad aumentare le sezioni scolastiche negli ospedali pediatrici, rivolte non solamente a garantire agli studenti una vigilanza didattica, ma anche a dare il giusto sostegno ai disagi di qualunque specie, emotivi e psicologici, determinati dalla malattia.
La normativa
La Circolare Ministeriale 2 dicembre 1986, n. 345 ufficializza la nascita delle sezioni scolastiche all’interno degli ospedali. La circolare, di fatto, viene a ribadire il carattere “normale” della scuola in ospedale come sezione staccata della scuola del territorio a cui fa riferimento. La successiva C.M. n. 353 del 1998 asserisce poi che “organizzare la scuola in ospedale significa riconoscere ai piccoli pazienti il diritto–dovere all’istruzione e contribuire a prevenire la dispersione scolastica e l’abbandono” mirando, in questo caso, a prevenire la dispersione scolastica. Il ministero fa presente che “il servizio vanta la collaborazione di docenti di ogni ordine e grado, per fornire un sufficiente livello di conoscenze agli alunni ospedalizzati e/o seguiti in regime di day-hospital. Il funzionamento della scuola in ospedale richiede un rapporto programmato e concordato con i servizi socio-sanitari per gli interventi perequativi delle ASL e degli Enti Locali. Sono localmente concordate le modalità di potenziamento dell’offerta formativa dei docenti sulle discipline di indirizzo e su progetti definiti di istruzione domiciliare”.
D.M. 461 del 6 giugno 2019
Il D.M. 461 del 6 giugno 2019 adotta le “Linee di indirizzo nazionali sulla scuola in ospedale e l’istruzione
Domiciliare”, che costituiscono parte integrante del decreto. Di particolare interesse appaiono le due sezioni riservate alla “Metodologie e strumenti” e a “Il portfolio dello studente”, a seguire si ripropongono i due paragrafi.
Metodologie e strumenti
“Le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti, che, per necessità, sono costretti ad avvalersi dei servizi scolastici ospedalieri o domiciliari, hanno esigenze e bisogni formativi a cui si deve rispondere con la massima professionalità del personale coinvolto.
Particolare importanza riveste l’approccio con l’alunno che, per vari motivi (patologia, situazione scolastica preesistente, contesto socio-culturale) potrebbe rifiutare la scuola o l’intervento in istruzione domiciliare. Si tratta, quindi, di mettere in atto strategie per ottenere risultati sia sotto il profilo didattico-curricolare sia sul piano della qualità della vita dell’alunno.
In una situazione in cui l’alunno temporaneamente malato è costretto ad affrontare il percorso di cura, è bene privilegiare modelli didattici che gli permettano di agire sul piano culturale, che lo facciano sentire l’artefice dei prodotti che realizzerà.
Vanno poi considerati i limiti strumentali dovuti alle patologie, con le conseguenti ridotte abilità. Tempi di applicazione allo studio e limitazioni fisiche e psicologiche vanno considerati attentamente prima della progettazione di qualunque tipo di intervento.
Il rapporto insegnante-allievo se, da una parte, favorisce l’approfondimento, sia sul piano didattico che emotivo, dall’altra pone l’allievo in una condizione di isolamento. È bene, quindi, cercare di superare tale condizione, sfruttando le possibilità offerte dalle moderne tecnologie per la comunicazione.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale, le esperienze come Avanguardie educative di INDIRE, ma, soprattutto, la rete nazionale delle scuole ospedaliere mettono a disposizione esperienze e ricerche maturate negli anni, che propongono modelli personalizzabili e individualizzabili per un curricolo degli apprendimenti inclusivo, che faccia riferimento non solo agli interventi didattici, ma anche all’organizzazione dello spazio e del tempo, dei materiali e delle risorse, e che sia monitorato secondo le necessità della persona malata e gli effetti delle cure e della malattia”.
Il portfolio delle competenze individuali, la valutazione e gli esami di Stato
“Si ribadisce che, ai sensi dell’art. 22 del D.lgs. n. 62/2017, per le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti che frequentano corsi di istruzione funzionanti in ospedali o in luoghi di cura per periodi temporalmente rilevanti, i docenti, che impartiscono i relativi insegnamenti, trasmettono alla scuola di appartenenza elementi di conoscenza, in ordine al percorso formativo individualizzato attuato dai già menzionati alunni e studenti, ai fini della valutazione periodica e finale.
Nel caso, invece, in cui la durata della frequenza nell’anno scolastico sia prevalente nelle sezioni ospedaliere, saranno gli stessi docenti ospedalieri a procedere alla valutazione ed effettueranno lo scrutinio, previa intesa con la scuola di riferimento, che fornisce gli eventuali elementi di valutazione di cui è in possesso.
Qualora, infine, lo studente sia ricoverato nel periodo di svolgimento degli esami conclusivi, potrà svolgere l’esame secondo le modalità di cui al decreto ministeriale del 10 ottobre 2017, n. 741, per il primo ciclo di istruzione, e secondo le modalità indicate nell’ordinanza del MIUR di cui all’art. 12, co. 4 del D.lgs. n. 62/2017, per l’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione”.
Il portfolio dello studente
“Come già indicato nel Vademecum 2003, i progressi negli apprendimenti e la relativa documentazione costituiscono il portfolio di competenze individuali, che accompagna l’allievo al suo rientro a scuola e durante tutto il percorso scolastico.
Il portfolio è compilato e aggiornato a cura, rispettivamente, del docente o dei docenti domiciliari e dei docenti della classe di appartenenza, anche sulla base della relazione degli insegnanti ospedalieri e/o di istruzione domiciliare. Il portfolio dello studente è parte integrante del progetto formativo e contribuisce ai processi di comunicazione scuola-famiglia-azienda sanitaria e supporta i processi di progettazione, verifica e valutazione dei percorsi. Per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado sono determinate, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, specifiche modalità di integrazione con il curriculum dello studente di cui all’art. 1, co. 28, della legge n. 107/2015.
Qualora non tutte le materie possano essere oggetto di istruzione domiciliare, è opportuno che la scuola che ha preso in carico l’alunno preveda anche attività di insegnamento a distanza”.
Il Vademecum, le tecnologie e la didattica a distanza
Il paragrafo denominato “Le finalità del servizio di scuola in ospedale e di istruzione domiciliare” difatti prevede, per la “Scuola in ospedale”, alcuni modelli educativi, già sperimentati e validati, ma anche “nuovi modelli pedagogici e didattici, volti:
  • alla flessibilità organizzativa, metodologica e valutativa,
  • alla personalizzazione delle azioni di insegnamento-apprendimento,
  • all’utilizzo didattico delle tecnologie,
  • alla particolare cura della relazione educativa”.
In particolare, dunque, l’utilizzo delle tecnologie, mai come adesso indispensabili.
Nello specifico, il Vademecum, nello stabilire il monte ore di lezioni, “stabilito in base ai bisogni formativi, d’istruzione, di cura e di riabilitazione del malato”, finisce con l’auspicare di “contemplare l’utilizzo delle tecnologie e, qualora possibile, un’efficace didattica a distanza”.
Sì, proprio i due elementi con i quali ci si confronta adesso: uso delle tecnologie e DaD. Di fatto, “sfruttando le possibilità offerte dalle moderne tecnologie per la comunicazione”.
La Carta dei “Diritti e bisogni educativi di bambini e adolescenti malati”
La Carta dei “Diritti e bisogni educativi di bambini e adolescenti malati” è stata voluta da HOPE e promulgata dalla Assemblea Generale di HOPE, a Barcellona, il 20 Maggio 2000 (emendata, poi, dall’Assemblea Generale di HOPE, a Vienna, il 13 Maggio 2016).
La carta prevede i seguenti articoli:
  1. Ogni bambino o adolescente malato ha diritto a ricevere una educazione, sia a casa che in ospedale, anche quando viene curato in un paese diverso dal proprio.
  2. Lo scopo di questa attività è quello di far proseguire a bambini ed adolescenti il proprio percorso formativo, consentendo loro di continuare a vivere il proprio ruolo di studenti.
  3. La scuola in ospedale, creando una comunità di bambini ed adolescenti, favorisce la normalità nella vita quotidiana. L’educazione ospedaliera può svolgersi in gruppi classe, come insegnamento individualizzato e/o direttamente in camera di degenza.
  4. L’insegnamento domiciliare e quello svolto in ospedale devono adattarsi ai bisogni ed alle capacità di ogni bambino o adolescente e verranno svolti in collaborazione con la scuola di appartenenza.
  5. L’ambiente di apprendimento deve essere adattato ai bisogni di bambini ed adolescenti malati. Le tecnologie della informazione e della comunicazione potranno essere usate anche per prevenire forme di isolamento.
  6. Le attività didattiche faranno uso di una pluralità di risorse e metodi. I contenuti del curricolo formativo tradizionale potranno essere ampliati con aspetti relativi a particolari bisogni che derivano dall’ospedalizzazione o dalla malattia.
  7. Gli insegnanti che operano in ospedale ed in assistenza domiciliare devono essere pienamente qualificati per questo lavoro e avere accesso ad ulteriori percorsi di formazione in servizio.
  8. Gli insegnanti di bambini ed adolescenti malati sono a pieno titolo membri dell’équipe multidisciplinare di cura e fungono da collegamento tra il bambino o adolescente malato e la sua scuola di appartenenza.
  9. I genitori devono essere informati del diritto all’istruzione scolastica e delle opportunità educative per il proprio bambino o adolescente malato. Essi saranno considerati partner responsabili ed attivi di questi progetti.
  10. L’integrità personale di ogni bambino o adolescente dovrà sempre essere rispettata. Particolare attenzione verrà posta alla tutela delle informazioni mediche e al rispetto di ogni forma di credenza personale.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale, le esperienze come Avanguardie educative di INDIRE
Il Piano Nazionale Scuola Digitale, le esperienze come Avanguardie educative di INDIRE, ma, soprattutto, la rete nazionale delle scuole ospedaliere pongono a disposizione dei docenti che lo volessero e delle istituzioni scolastiche interessate le “esperienze e ricerche maturate negli anni, che propongono modelli personalizzabili e individualizzabili per un curricolo degli apprendimenti inclusivo, che faccia riferimento non solo agli interventi didattici, ma anche all’organizzazione dello spazio e del tempo, dei materiali e delle risorse, e che sia monitorato secondo le necessità della persona malata e gli effetti delle cure e della malattia” come si legge nel “Vademecum del ministero dell’Istruzione.
Modello educativo e il ponte formativo
In questi ultimi anni decenni la scuola si è approssimata, sempre più, a questi studenti malati, naturalmente, tenendo nel giusto esame quelle che sono le condizioni fisiche quanto psicologiche della persona. Ai docenti, in possesso di particolari capacità relazionali, si chiede di possedere qualità reazionali e psicologiche in grado di affermare, il confronto educativo con l’alunno, in maniera serena e, principalmente, serena.
Alla scuola in ospedale si chiede di essere volano di sperimentazione e di mettere continuamente in pratica il “modello integrato di interventi”, per far in modo che ciascun alunno abbia, o meglio, gli siano riconosciute, pari opportunità. In realtà è un modo per assicurare un ponte educativo e formativo tra la famiglia e l’ospedale dove l’alunno è ricoverato. Ciò evita l’insorgere di possibili situazioni di dispersione scolastica. Per queste sue caratteristiche, la scuola in ospedale costituisce un esempio pure per la scuola maldestramente detta “normale”, ovvero, più appropriatamente, la scuola delle classi, adesso delle classi virtuali, lì dove si concretizzano, al tempo del COVID-19, le attività didattiche-educative-formative.
Il sito ministeriale
Si può leggere nell’home page dedicata alla “Scuola in Ospedale”, accessibile dal seguente link, https://www.miur.gov.it/scuola-in-ospedale-e-istruzione-domiciliare come il ministero abbia a cuore di assicurare il diritto all’istruzione per tutti e come sia evidente che, in ragione di questa finalità, abbia innescato tutte quelle procedure per rendere assolutamente percorribile questa strada, solo apparentemente (fino a qualche anno fa) complessa. Strada che, come sarà chiaro a tutti, il COVID-19 ha nuovamente resa di difficile percorribilità (almeno nei primi giorni).
“Questa è una piattaforma che crea legami. Qui si incontrano gli studenti e gli insegnanti, i medici, gli operatori sanitari e le famiglie” afferma il ministero nel presentare la piattaforma, gradevole sia dal punto di vista dell’accessibilità che dei contenuti didattici, pedagogici, metodologici e esperienziali. “La scuola in ospedale si avvicina alla realtà dei bambini e dei ragazzi malati con rispetto e comprensione, ma anche con la profonda consapevolezza che questi pazienti sono innanzitutto persone che hanno diritto a restare se stessi, crescere ed evolvere. La presenza della figura dell’insegnante accanto alle tradizionali presenze ospedaliere deve servire a rassicurare, attraverso un rapporto personalizzato, il bambino ammalato e a sostenerlo e guidarlo sul piano didattico. Importante è il ruolo di “cerniera” tra il momento della terapia, quello della didattica ed il collegamento tra ospedale-scuola e famiglia rivestito dai docenti della scuola ospedaliera. In questo portale, parliamo di continuità educativa, narrazione, prevenzione e di cura; c’è un’area per le domande e le risposte; per i materiali e i nuovi argomenti di riflessione”. Perché, in effetti, è proprio necessario e improcrastinabile il ruolo di “cerniara”
L’Istruzione domiciliare e il diritto all’apprendimento
L’Istruzione Domiciliare, meglio nota con l’acronimo di ID, nasce per garantire il diritto ma anche il dovere all’apprendimento, ma congiuntamente anche per prevenire le problematicità degli allievi colpiti da gravi patologie mediche oche sono impossibilitati a frequentare l’istituzione scolastiche per gravissimi motivi di salute. Il servizio è garantito agli alunni che, impediti temporaneamente da malattia, non sono nelle condizioni di frequentare la scuola per un numero di giorni superiori a 30. Ad attivare la richiesta può essere solo la famiglia.
L’attivazione del servizio di istruzione domiciliare
L’istruzione domiciliare è erogato nei confronti di alunni, iscritti a scuole di ogni ordine e grado, anche paritarie, a seguito di formale richiesta della famiglia e di idonea e dettagliata certificazione sanitaria, in cui è indicata l’impossibilità a frequentare la scuola. Per gli alunni con disabilità certificata, impediti a frequentare la scuola, l’istruzione domiciliare trova una garanzia nell’insegnante di sostegno, attribuito in coerenza con il progetto individuale e il piano educativo individualizzato. Il servizio di istruzione domiciliare ha, dunque, un iter e un’attenta pianificazione sia di tipo organizzativa che amministrativa. La scuola di appartenenza può, eventualmente, anche recepire personale all’esterno del proprio ambito territoriale, provinciale e regionale. Non è da scartare il coinvolgimento dei docenti ospedalieri.
I numeri della Scuola in ospedale
La Scuola in ospedale è uno dei punti di eccellenza del sistema nazionale di Istruzione. Nel 2017/2018 ne hanno usufruito 68.900 studenti, prevalentemente della Scuola dell’infanzia e primaria (oltre il 70%) e quasi 6.000 della Scuola secondaria di II grado, con l’ausilio di 740 docenti. Il servizio è attivo su tutto il territorio nazionale, le Regioni maggiormente coinvolte sono Campania, Lazio, Liguria e Sicilia.
Il servizio e i numeri dell’Istruzione domiciliare
Hanno usufruito di questo servizio più di 1300 alunni, per un totale di quali 75 mila ore di Istruzione domiciliare.
Il nuovo Portale Nazionale per la Scuola in ospedale
Il nuovo Portale Nazionale per la Scuola in ospedale e l’Istruzione domiciliare è uno strumento necessario per dare alle famiglie degli alunni ricoverati in ospedale o stanziati a domicilio, tutte le informazioni sul servizio scolastico. Rafforza l’impegno dei docenti con l’uso delle tecnologie, specie in questi mesi e, certamente, nei mesi che varranno. Permette, infine, alle scuole, di concretizzare le migliori strategie di tipo inclusivo, ugualmente attraverso un contatto tempestivo degli alunni con le relative classi di iscrizione. È, infine, un interessante catalogo delle esperienze più significative.
Il vademecum per l’istruzione domiciliare
Se volessimo, ulteriormente, far leva sugli strumenti giuridici a disposizione della scuola, un importante documento è il “Vademecum sul Servizio di Istruzione Domiciliare” del 2003, stilato al termine del “1° Seminario Nazionale sul servizio di istruzione domiciliare” voluto dal Ministero dell’Istruzione e tenutosi a Viareggio.
Il “vademecum:
  • delinea i passaggi necessari alla attivazione del servizio educativo domiciliare;
  • raccomanda la scelta di metodologie didattiche capaci di coniugare buoni risultati disciplinari con un’attenzione agli aspetti legati alla qualità della vita dell’alunno, anche valorizzando la comunicazione attraverso diversi linguaggi e la progettualità interdisciplinare;
  • consiglia l’impiego di modelli didattici che permettano all’alunno malato di agire sul piano culturale, facendolo sentire coinvolto in prima persona nella creazione di prodotti concreti;
  • indica l’opportunità di utilizzare metodologie didattiche in grado di superare la situazione di solitudine e il dualismo alunno-insegnante, coinvolgendo la classe di appartenenza del bambino malato, sia con incontri e visite dirette, sia con l’ausilio di tecnologie per la comunicazione e per la didattica a distanza.
Dal punto di vista valutativo si raccomanda l’impiego di un portfolio delle competenze, anche se poi si raccomanda che questo venga redatto ed aggiornato dagli insegnanti”.
Il vademecum ministeriale, inoltre, comprende pure novità di tipo medico, nello specifico catalogando:
  • le malattie da tenere presente per l’avviamento della scuola a domicilio
  • le questioni psico-pedagogiche
  • Gli effetti collaterali alle cure
  • ciò che bisogna considerare e attuare per garantire l’integrità oltre alla salute dell’insegnate, anche quella dell’alunno malato e dei compagni dello stesso.
La nota n.388 del 17 marzo 2020
Con la nota n.388 del 17 marzo 2020, il Ministero dell’Istruzione nel fornire le prime indicazioni operative per le attività di didattica a distanza si sofferma e fornisce indicazione anche per la “Scuola in ospedale”. Nello specifico ribadisce che “resta necessario garantire il diritto all’istruzione anche agli alunni ricoverati presso le strutture ospedaliere o in cura presso la propria abitazione. In considerazione della sospensione dell’attività didattica in presenza su tutto il territorio nazionale, nonché dei progetti di istruzione domiciliare e del servizio di scuola in ospedale, si segnala che, per tali alunni, l’attivazione delle procedure per effettuare didattica a distanza risulta necessaria soprattutto al fine di mitigare lo stato di isolamento sociale connesso alla specifica situazione. Per lo specifico della Scuola in ospedale il Dirigente scolastico si confronta con la Direzione sanitaria per individuare i possibili interventi e le modalità organizzative per garantire agli studenti ospedalizzati di fruire delle attività didattiche a distanza. Per quanto riguarda la specificità delle istituzioni scolastiche con sezioni carcerarie, il dirigente scolastico dovrà confrontarsi con il Direttore del carcere e con la figura incardinata del coordinamento didattico, per individuare con quali forme e modalità poter continuare l’attività didattica, che rappresenta, in queste situazioni, a maggior ragione un dovere istituzionale per la Repubblica”.
SiO OnLine
I docenti della Sezione Ospedaliera del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Catania, per proseguire nel dare l’importante supporto didattico agli allievi ospedalizzati hanno formato un gruppo di WhatsApp, per uno scambio di informazioni e di materiali di studio di svariata tipologia, ma pure per brevi lezioni in videochiamata. L’idea è stata ricevuta dagli alunni e dai loro genitori con grande entusiasmo.
Le proposte formative e le buone pratiche fornite dal ministero dell’Istruzione
Il ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione degli insegnanti una serie di proposte formative e di buone al link https://scuolainospedale.miur.gov.it/sio/news/ .
Tra gli ultimi importanti aggiornamenti:
Itinerari formativi
Lo studio dei casi più gravi e la condivisione delle strategie di cura educativa più efficaci: i nostri webinar per la Didattica a distanza, rivolti ai Dirigenti delle sezioni ospedaliere e ai docenti ospedalieri e domiciliari
Io tifo Sveva
Un video realizzato dagli amici della famiglia di Sveva, la bambina mancata il 30 settembre nel reparto di Oncoematologia dell’ospedale Burlo di Trieste. La famiglia ha dato vita a #IoTifoSveva, per il sorriso dei bimbi ospedalizzati
Accogliere bambini in classe dopo l’emergenza coronavirus
Un corso per insegnanti di scuola primaria e secondaria curato da esperti del Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della formazione dell’Università di Perugia e disponibile gratuitamente per tutti gli insegnanti.
La scuola e l’ospedale non vanno in quarantena: teleconsulti e Dad in Campania.
Un progetto pilota del Centro regionale Diabetologia pediatrica “G.Stoppoloni” dell’AOU della Campania e della sezione ospedaliera del 17° C.D. Angiulli permetterà ai piccoli pazienti visite specialistiche ed attività didattiche a distanza.
L’inclusione ai tempi del coronavirus? Un Incanto!
700 bambini italiani cantano tutti insieme “Nessun Dorma” di Puccini. Decine di scuole italiane hanno aderito al progetto di “Europa InCanto” e il 5 aprile oltre 700 bambini hanno voluto testimoniare che la scuola sta facendo la sua parte!
Gli studenti e la TV: La didattica a distanza più innovativa e creativa nasce in Liguria
Come raggiungere tutti, proprio tutti, gli studenti liguri con la didattica a distanza? Ecco il progetto TV!
Uno Sportello d’ascolto didattico durante l’emergenza COVID – 19
In Puglia, l’esperienza delle docenti della Scuola in Ospedale al servizio di tutti gli studenti e del territorio
La storia di Tommy nella Giornata nazionale sull’autismo
I genitori di Tommy Nicoletti vogliono creare un atelier artistico e artigianale per persone autistiche che la Onlus Insettopia sta realizzando a Roma…aiutiamoli!
Un pensiero per non dimenticare Francesca Diletta
I genitori di Francesca Diletta Gobbi, hanno perso la bambina a causa di un tumore tremendo; a sostegno dei bambini affetti da patologie oncologiche, hanno avviato il Progetto a sostegno dei genitori e dei fratelli dei bambini malati.
Le caratteristiche del percorso educativo ospedaliero a distanza
Una riflessione della ricercatrice Ludovica Broglia sui processi di comprensione e rielaborazione degli eventi negativi, essenziali agli alunni malati per l’attribuzione del significato e l’attivazione di corrette strategie di coping
La grande scrittrice, Sara Ciafardoni, legge “Il gabbiano Jonathan Livingston”
Sara Ciafardoni, autrice del best seller “Con tutto l’amore che so”, è anche un’incontentabile lettrice. Ci propone la rilettura critica di un altro best seller, “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach.
L’autrice di 14 anni di “Con tutto l’amore che so” diventa docente universitaria a Torino
Sara Ciafardoni, 14 anni, è stata chiamata all’Università di Torino per una lezione sulla scuola in ospedale e la disabilità. Ecco le pagine del suo successo e due brevi lettere di Sara
Il cinema in ospedale
Il progetto “Cinema in ospedale” nasce con l’intento di dare la possibilità ai ragazzi di esprimere emozioni attraverso un film, intraprendere diverse tematiche, riflettere su se stessi vivendo ed affrontando con maggiore positività e determinazione
La Pedagogia dei genitori di Riziero Zucchi e Augusta Moletto
La Pedagogia dei genitori è la metodologia ideata da Riziero Zucchi e Augusta Moletto, docenti dell’Università di Torino, per l’efficace valorizzazione, in ambito didattico, delle competenze dei genitori. E’ adottata da centinaia di scuole.
L’amore dei docenti del Gaslini per i piccoli pazienti ricoverati davanti al mare
I docenti della scuola ospedaliera del Gaslini desiderano raggiungere tutti i piccoli pazienti e lavorare con loro a pieno ritmo. Ecco i volantini che hanno prodotto e diffuso i vari ordini di scuola presenti nel grande ospedale ligure.
Donatella De Rosa racconta e condivide le sue storie del buon pomeriggio agli studenti
Le storie del buon pomeriggio della docente Donetella De Rosa su youtube: vogliono divertire e far sognare i suoi studenti, vicini e lontani.
Il Coronavirus e il Principe senza paura
Roberta Gasperini, docente ospedaliera di Trieste e fra le migliori della penisola, condivide con noi una bella visione, per continuare a crescere e apprendere serenamente.
Antonio Conte, grande calciatore e allenatore e la moglie Elisabetta, regalano 12 pc alla sezione ospedaliera scolastica del “Regina Margherita” di Torino
La generosità di un grande campione, Antonio Conte, a servizio dei bambini e ragazzi ricoverati al “Regina Margherita” per facilitare la didattica a distanza in un periodo così drammatico di isolamento dovuto all’emergenza sanitaria
Etna: un vulcano, una civiltà. Ecco una lezione molto utile!
Progetto educativo interdisciplinare, svolto in assetto di pluriclasse, (classi 1-5 scuola primaria), da alunni ricoverati presso il reparto di oncoematologia del Policlinico Universitario di Catania.
La voce ai giovani protagonisti della Scuola in ospedale di Padova: la scuola è la migliore alleata del percorso di guarigione
Testimonianze di alcuni studenti della SiO secondaria di secondo grado di Padova
Lettera di una docente ospedaliera
A seguito del nostro webinar, del 25 marzo, sulla Dad più efficace per i bambini e i ragazzi ospedalizzati e ricoverati a domicilio, una delle lettere più belle. Di quelle che è impossibile chiudere e abbandonare in un cassetto…
Il maestro Dino Mascia propone altre videoletture per augurare la buonanotte ai bambini degli ospedali, di Dino Mascia
Dino Mascia, docente e attore, da alcune settimane legge per i bambini degli ospedali italiani e in molti si stanno appassionando. Ecco, allora, “Ti voglio bene anche se” di Debi Gliori e “Shh…sto leggendo!” di John Kally e Elina Ellis
Ciaocomestai? E’ l’iniziativa del Gaslini per i bambini ricoverati che affrontano a colori il periodo drammatico che stiamo vivendo
Il Gaslini invita bimbi e adolescenti a inviare messaggi, disegni, video, audio alla mail che, non a caso, si chiama così: ciaocamestai@gaslini.it. Per capire come i più piccoli riescono ad affrontare questa criticità
A seguito di numerose richieste pervenute, ecco le altre videoletture della Buonanotte per i bambini degli ospedali, di Dino Mascia
Dino Mascia, docente e attore, legge per i bambini degli ospedali. Proseguono in questi giorni le sue videoletture con “Siete tutti i miei preferiti” di Sam McBratney e “Fortunatamente” Remy Charlip. Per avviarci a splendidi sogni!
Il desiderio di una Stella. Un pizzico di magia nell’imprevedibile quotidianità della scuola in ospedale
Questa è la storia di Stella, una bambina speciale, che combatte la sua battaglia in rianimazione e sogna di poter andare al cinema per vedere il film Frozen2, ma non poteva…
E allora la sua maestra Roberta ha fatto una magia.
E tantissime altre esperienze di buona scuola utili per rispondere, nell’era del Coronavirus, ai bisogni dei docenti e degli alunni ospedalizzati.
Invia la tua risorsa o un tuo intervento su argomento didattica a: redazione@orizzontescuola.it