Associazione Istruzione Unita Scuola





giovedì 10 novembre 2011

Riorganizzazione degli Uffici Scolastici della Lombardia

«Si tratta, in sintesi, di un’operazione pienamente in sintonia con la storia delle autonomie della nostra regione e coerente con un processo per sua natura fortemente radicato nel territorio, come quello dell’ insegnamento e dell’apprendimento.»

Milano, 10 novembre 2011 Ecco il Comunicato stampa del direttore generale Giuseppe Colosio
Il D.P.R. n. 132 del 3 giugno 2011, modificando il D.P.R. n. 17 del 20 gennaio 2009, (concernente la riorganizzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) apporta una riduzione del 10% degli uffici di livello dirigenziale non generale e delle relative dotazioni organiche. Pur tenendo conto del reale e ampio sottodimensionamento degli organici, anche dirigenziali, per l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, il D.P.R. di riordino può rappresentare un’occasione per avviare un processo di cooperazione integrale tra enti territoriali (regione, province e comuni) e amministrazione statale, nell’ottica dell’art. 117 della Costituzione.
Questo USR, sentite le autorità regionali e provinciali, intende infatti evitare i semplici tagli verticali, con l’eliminazione “secca” di alcuni uffici provinciali, preferendo agire in senso “orizzontale” e salvaguardando la rappresentanza dell’amministrazione scolastica sul territorio.
A quest’ultimo scopo risultano decisive due opzioni strategiche:
1) il passaggio all’Ufficio Scolastico Regionale (USR) di tutte le funzioni non immediatamente collegate ai territori, lasciando agli Uffici Territoriali (UST) le competenze legate al sostegno all’autonomia scolastica;
2) la permanenza di Uffici Scolastici Territoriali presso ogni provincia, gestiti in piena sinergia con gli enti locali.
Quest’ultimo passo, effettuato con il consenso di Regione e Provincia, prevede l’integrazione nel medesimo spazio o nella medesima collocazione strutturale, dei tre elementi essenziali del sistema di istruzione oggi esistenti sul territorio regionale lombardo: gli Uffici Scolastici Territoriali in quanto diramazione del MIUR/USR, gli Assessorati Provinciali e le Sedi Territoriali Regionali (STER), in quanto rappresentanza diretta del governo regionale sul territorio.
Una tale sinergia può consentire, oltre a un significativo risparmio sui costi di immobili e infrastrutture (oggi per lo più a carico degli enti locali), un impatto responsabile e costruttivo rispetto agli stakeholder territoriali.
La manovra di riordino non si limita quindi a semplici tagli verticali, ma avvia un primo salto di qualità nella governance del sistema scuola in Lombardia.
Da un lato il riordino, gestito in sinergia con Regione e Province, crea le premesse perché l’Ufficio Scolastico Regionale, oggi semplice diramazione ministeriale, divenga effettivamente Ufficio «della Lombardia» e non semplicemente «per la Lombardia».
Dall’altro, evitando di incidere direttamente sull’operatività educativa del sistema scuola, agisce sul solo livello amministrativo, nella convinzione che la situazione attuale del Paese imponga, per dovere civile, delle misure di risparmio, senza tagli alla didattica, oggi difficilmente compatibili con il mantenimento e l’incremento della qualità scolastica.
Sul piano strettamente gestionale, le misure di risparmio riguardano sia l’amministrazione statale (personale e spese di funzionamento), che le province (spese per affitto e manutenzione degli edifici ospitanti gli uffici territoriali e per quota parte l’ufficio regionale).
Nel contempo, il mantenimento di un presidio territoriale capillare consente anche di riconoscere in termini effettivi e operativi il rispetto e l’attenzione dovuti al personale amministrativo e al suo legame con il territorio. La maggior parte di tale personale, negli ultimi dieci anni, ha garantito, nonostante il progressivo e forte sottodimensionamento, le condizioni per il funzionamento della scuola lombarda: è quindi un atto dovuto evitare nel possibile il sacrificio personale ed economico di spostamenti in sedi distanti.
Si tratta, in sintesi, di un’operazione pienamente in sintonia con la storia delle autonomie della nostra regione e coerente con un processo per sua natura fortemente radicato nel territorio, come quello dell’ insegnamento e dell’apprendimento.

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