«Al Sud più nuovi posti di sostegno che nuovi disabili» (fonte Tuttoscuola)
Il ministero dell’istruzione ha comunicato nei giorni scorsi ai sindacati i dati sulla situazione di fatto della scuola statale per l’anno scolastico in corso. Sul rapporto tra alunni disabili e insegnanti di sostegno salta agli occhi una variazione sorprendente rispetto all’anno scorso.5.266 posti di sostegno in più per fronteggiare un aumento di 7.272 alunni disabili: l’intervento dell’Amministrazione scolastica, dunque, è stato, nel suo complesso, generoso, se si considera che la legge prevede un insegnante di sostegno ogni due disabili. Ma se si entra nel dettaglio non si può confermare che esso sia stato caratterizzato dal principio dell’equità.Ancora una volta, come Tuttoscuola aveva evidenziato nel proprio dossier del settembre scorso , il Meridione, pur avendo avuto un minor aumento del numero di alunni disabili, ha invece ottenuto più posti di sostegno di quanti, in proporzione, gliene spettassero. Come dire, il Miur nell’anno in corso ha… perseverato.Mettendo a confronto i nuovi posti di sostegno rilevati dal Miur con quelli effettivi del 2009-10, nelle aree meridionali l’aumento di posti di sostegno è stato superiore all’aumento di alunni disabili: 2.645 posti di sostegno in più al Sud per un aumento di 1.470 alunni disabili; aumento di 1.298 posti nelle Isole per far fronte ad una invarianza del numero di disabili. E al Nord? Il rapporto si rovescia: solo 875 nuovi posti a fronte di un incremento di 4.074 disabili.La Campania, con un aumento di 645 alunni disabili, ha avuto un aumento di 1.198 posti di sostegno (e ora ha un rapporto disabili/insegnati sostegno di 1,71); la Sicilia, pur avendo avuto una diminuzione di 105 alunni disabili, è stata premiata con 1.048 posti in più; la Puglia, con un aumento di 220 alunni disabili ha avuto un incremento di 631 posti.Qualcuno potrebbe immaginare che questa attenzione straordinaria sia servita a compensare una situazione di grave sperequazione rispetto alle altre regioni. Macché. Proprio il contrario, perché, come il dossier di Tuttoscuola aveva rilevato a suo tempo, le regioni del Sud e delle Isole avevano un rapporto disabili/sostegno più favorevole, ampiamente al di sotto della media nazionale di due a uno. Vi erano, insomma, più docenti di quanto, in proporzione avrebbe dovuto avere. La situazione ora migliora ulteriormente per quelle regioni, mentre peggiora per le altre.La Lombardia, ad esempio, pur beneficiando quest’anno dell’incremento di 384 posti di sostegno (per far fronte ad un aumento di 1.832 alunni disabili), ha peggiorato il rapporto che l’anno scorso era di 2,26 portandolo a 2,34; il Veneto ha avuto un aumento di 273 posti a fronte di un incremento di 877 alunni disabili inseriti, passando da un rapporto di 2,12 a 2,17. Grazie, dunque, a questa attenzione particolare, il rapporto disabili/sostegno è peggiorato nelle regioni settentrionali e centrali innalzandosi mediamente di 0,05 punti, mentre è migliorato al sud (+0,12) e nelle Isole (+0,18).
Associazione Istruzione Unita Scuola
lunedì 8 novembre 2010
In Lombardia aumentano gli alunni disabili e diminuiscono i docenti di sostegno
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La Lombardia discrimina gli alunni disabili, azione collettiva contro il Miur
RispondiEliminaI genitori ricorrono al Tribunale di Milano contro un comportamento discriminatorio.
Elisabetta Reguitti
Oggi 30 genitori di 17 diversamente abili hanno depositato un ricorso per ricordare che “il diritto del disabile al sostegno scolastico si configura nel nostro ordinamento come diritto fondamentale della persona, non comprimibile e non soggetto ad adeguamenti con altri interessi, quali quello di bilancio”.
E’ questo il motivo per cui queste famiglie hanno deciso di intraprendere una battaglia legale a tutela dei loro figli: “Per contrastare le azioni discriminatorie attraverso gli atti e le condotte delle amministrazioni convenute consistenti nel riconoscimento, per l’anno scolastico 2010-2011, di un numero di ore di sostegno scolastico inferiore a quello necessario”.
Insomma, siamo di fronte a un ricorso collettivo, un' azione giuridica corale nei confronti del ministero dell'Istruzione.
“Azione discriminatoria”
Al tribunale di Milano viene dunque chiesto di “accertare e dichiarare il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dal Miur, dall’ufficio scolastico regionale per la Lombardia e da quello provinciale di Milano, nell’aver previsto una dotazione di organico di insegnanti di sostegno ampiamente inferiore a quella necessaria per soddisfare il relativo bisogno, nell'attribuire agli alunni, in particolare a quelli rappresentati dagli odierni ricorrenti, un numero di ore di sostegno scolastico inferiore a quello necessario come individuato secondo la procedura descritta in narrativa”.
Lo sancisce una convenzione Onu
Oggi come oggi, infatti, gli alunni disabili “più fortunati” possono contare sulla metà di ore di sostegno. Ma a molti altri può anche andare peggio.
Il risultato? La discontinuità di formazione può essere paragonata a un azzeramento dell'apprendimento con una conseguente esclusione di fatto dalla scuola.
Genitori, Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), avvocati per niente sostenuti dalla commissione Pari opportunità del Comune hanno quindi deciso di agire per via giudiziaria per ottenere non tanto una soluzione “ad personam” ma il riconoscimento del diritto fondamentale allo studio sancito anche dalla convenzione Onu.
Un evidente disparità di trattamento
Il ricorso degli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, infatti, è fondato sul carattere discriminatorio dell'attuale normativa che nella pratica attua una disparità di trattamento. Ogni alunno infatti deve essere messo nella condizione di essere messo “alla pari” degli altri compagni di classe.
12 mila insegnanti di sostegno per 28 mila alunni
Per inquadrare il disagio delle famiglie basta ricordare come oggi, in Lombardia, dopo le integrazioni all'organico fatte dall' ufficio regionale scolastico ci sono 12.218 cattedre di sostegno per 28.685 alunni disabili. Il rapporto insegnante di sostegno/allievi è pari a 1 a 2,35.
Lo cose peggiorano in provincia di Milano con 4.897 cattedre a fronte di 11.822 alunni disabili.
Ma alla questione degli alunni diversamente abili è legato anche un altro fenomeno che si sta diffondendo. Quello cioè dell'avvio di percorsi paralleli ed esterni alla scuola pubblica messi a disposizione da scuole o istituti privati con il pericolo della rinascita delle scuole speciali.
Trenta genitori contro il tribunale di Milano: lo scopo il rispetto del diritto del disabile
RispondiEliminaRISPETTO DIRITTI DISABILI – Il dottor Gian Pietro Garoli, psicopedagogista dell’istituto Cavalieri, ha lanciato, lo scorso 15 ottobre, un grido d’allarme in una lettera, dopo che l’Ufficio scolastico provinciale aveva rigettato la richiesta del dirigente scolastico di ‘un adeguamento delle risorse per il sostegno scolastico’, scrivendo: “Ci si vede costretti a operare senza poter garantire quella qualità del servizio tanto puntualizzata dal ministero. Sovente si fa opera di ‘tamponamentò con il rischio di vanificare interventi mirati, interrompendo il vero processo formativo avviato l’anno precedente che, da verifiche sistematiche, ha dato ricadute positive». Insomma, «diventa utopistico pensare di raggiungere obiettivi concreti in tale situazione”.
Oggi 30 genitori di 17 disabili con il sostegno dell’associazione Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), dell’istituto comprensivo Cavalieri, della scuola primaria Ferrante Aporti e di I.T.S.O.S. Albe Steiner, hanno depositato il ricorso, con lo scopo di ricordare che “il diritto del disabile al sostegno scolastico si configura nel nostro ordinamento come diritto fondamentale della persona, non ‘comprimibilè e non soggetto a bilanciamenti con altri interessi, quali quello di bilancio». E’questo il motivo per cui i genitori promuovono una “azione antidiscriminatoria a tutela di alunni disabili, avverso gli atti e le condotte delle amministrazioni convenute consistenti nel riconoscimento, per l’anno scolastico 2010 – 2011, di un numero di ore di ‘sostegno scolasticò inferiore a quello necessario”.
Viene in conclusione richiesto al tribunale di Milano di “accertare e dichiarare il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dal Miur, dall’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia e dall’Ufficio scolastico provinciale di Milano, consistente nell’aver previsto una dotazione di organico di insegnanti di sostegno ampiamente inferiore a quella necessaria per soddisfare il relativo bisogno e nell’aver attribuito agli alunni, in particolare a quelli rappresentati dagli odierni ricorrenti un numero di ore di sostegno scolastico inferiore a quello necessario come individuato secondo la procedura descritta in narrativa». Nonché che si ordini alle amministrazioni citate di assicurare ai loro figli «le seguenti ore di sostegno scolastico: 30 (o, in via subordinata 22 o, comunque il numero che il giudicante riterrà di giustizia considerate le necessità emerse nel presente giudizio”
Luca Bagaglini